Quando andiamo alla scoperta di quel soggetto misterioso e affascinante che è il vino, si rimane sempre un pò stupiti da tutto ciò che sta "dietro" a un grande vino. Un esempio è certamente il prosecco, un vino spumante prodotto nel veneto, fino a una ventina d'anni orsono relativamente poco conosciuto ai più e presente solo in pochi mercati. Successivamente però ha iniziato la sua inarrestabile ascesa che lo ha portato a superare lo Champagne per vendite. Con il suo corpo leggero, un corredo aromatico che si presenta rinfrescante, fruttato e floreale, un residuo zuccherino appena accennato e un costo modico, in brevissimo tempo il prosecco ha convinto gli amanti dei vini spumanti di tutto il mondo.
Per tutelare la qualità nonostante la crescita esponenziale della richiesta, il nome «Prosecco» è stato protetto da una adeguata regolamentazione DOC. Infatti lo straordinario successo ottenuto dal Prosecco ha generato una serie di tentativi di imitazione: vini denominati "Prosecco" sono stati prodotti in Sudamerica ("Prosecco Garibaldi" in Brasile), in Croazia ("Prošek"), in Australia ("Prosecco Vintage") ….
La storia del Prosecco è una storia antica che nasce con un vino noto ai tempi dell'Impero Romano, il Pucino, proveniente dalle colline carsiche che incorniciano a nord il golfo di Trieste, dove esisteva una località omonima e un vitigno del tutto simile denominato Glera, che è anche oggi il vitigno base per la produzione. Agli inizi del cinquecento a Trieste, per dare maggiore risalto al principale prodotto locale, la ribolla, si dichiarò che questa fosse la naturale erede di un celebre vino dell'antichità, il pucino, celebrato da Plinio nella sua Naturalis Historia e prediletto per le sue doti medicinali da Livia, moglie dell'imperatore Augusto.
La necessità di distinguere la ribolla triestina dagli altri vini dallo stesso nome, prodotti nella zona di Gorizia e a costi inferiori in Istria, porterà poi a fine secolo ad un cambio di denominazione e soprattutto ad una precisa caratterizzazione geografica, suggerita dall'identificazione del luogo di produzione dell'antichità, il castellum nobile vino Pucinum con il Castello di Prosecco, nei pressi della località di Prosecco presso Trieste.
La prima citazione conosciuta del cambio di denominazione è dovuta al gentiluomo inglese Fynes Morrison, che visitando il nord Italia nel 1593 fece una ristretta elencazione di vini italiani degni di nota tra cui lo Sciacchetrà, il Montefiascone, il Falerno, la Lagrima Christi e il Prosecho…
Nel corso dei secoli la produzione del Prosecco venne quasi completamente abbandonata dai viticoltori del Carso triestino e del Collio friulano, trovando invece grande vigore lungo le colline venete, in particolare nella provincia di Treviso, nelle zone di Conegliano, Asolo e Valdobbiadene.Una zona di meravigliose colline che dalla pianura si estendono fino alle Prealpi. Conegliano è sede della Scuola Enologica e delle istituzioni di ricerca e considerata il centro culturale della zona del Prosecco.
Il clima del comprensorio collinare, insieme alle caratteristiche dei terreni e alle esposizioni favorevoli dei versanti, offrono a questa zona condizioni particolarmente adatte alla viticoltura. Un clima piacevole, tanto che storicamente i nobili veneziani amavano trascorrere l'estate in questi luoghi per sfuggire alla fastidiosa afa lagunare.
Il Prosecco nasce da poche ma stringenti regole che ne garantiscono le sue qualità uniche. Può essere Tranquillo, Frizzante o Spumante, il Prosecco si riconosce per il colore giallo paglierino leggero, la moderata corposità, l'esclusivo profumo fruttato e floreale.
–Prosecco Tranquillo. E'un prodotto un pò di nicchia,la versione meno nota al di fuori della zona di produzione. Si ottiene dai vigneti più fitti e poco produttivi, e da uve ben mature. Il colore è un delicato giallo paglierino; i profumi sono di mela, pera, mandorla e di miele; la struttura è gradevole e persistente, con un retrogusto spesso gradevolmente amarognolo che lo rende un pò più articolato e complesso. Se ne consiglia il consumo alla temperatura di 10/12°C accostandolo a delicati antipasti di mare e di terra, minestre in brodo leggere e carni bianche.
–Prosecco Frizzante. Originariamente ha le sue origini con la rifermentazione sur lie o in bottiglia, per dirla all'italiana maniera, e risulta leggero e asciutto; armonizza i fragranti aromi varietali dell'uva con la vivacità delle bollicine, risultando fresco, giovanile e molto godibile. Il colore è il caratteristico paglierino leggero, al naso l'aroma è ricco di sentori floreali e fruttati, con un prevalere di mela acerba e limone. Perfetto a 8/10°C come aperitivo, su antipasti e primi non elaborati.
–Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze. Cartizze è una area ristretta di 106 ettari di vigneto nel comune di Valdobbiadene dove si produce un Prosecco di grande pregio. Un "primus inter pares"che offre le sue inconfondibili e aristocratiche specificità che gli derivano, nasce dalla singolare combinazione di microclima dolce e di un terreno originatosi dai preistorici sollevamenti dei fondali marini.
Nella zona di Cartizze le uve vengono vendemmiate quando gli acini mostrano i primi segni di appassimento naturale, ottenendo così in fase di vinificazione un Prosecco intensamente carico di aromi e sapori. Il colore è naturalmente più intenso di quello del normale Prosecco, cosi come offre maggiore complessità di profumi invitanti e ampi, dall'albicocca agli agrumi, dalla pera alla mela, alla rosa, con piacevoli note di mandorla . Il sapore è rotondo, con una morbida sapidità e un perlage finissimo. Per esaltare le sue caratteristiche viene prodotto quasi esclusivamente nella versione Dry. Il Cartizze va servito ad una temperatura di 7-8°C .
A questo punto non vi resta che andare a acquistare una buona bottiglia di Prosecco da bere assolutamente in compagnia, o meglio, fare un week end in quelle fantastiche zone visitando cantine, luoghi d'arte e di paesaggi bellissimi sempre e comunque degustando un buon Prosecchino….