Diciamo la verità, questa proprio non ce l’aspettavamo. Pure i più fantasiosi registi di film catastrofisti non erano arrivati a immaginare una tragedia di questo genere. Però eccoci qua, chiusi a casa, con i TG che ci riportano raccomandazioni degli esperti o immagini tragiche o dei nostri angeli medici e infermieri, ma anche di tutti coloro che, a vario titolo, lavorano per fronteggiare quest’emergenza.

Ma questa situazione cosi nuova e cosi drammatica che cosa ha cambiato nel mondo? Molte conseguenze, specialmente quelle di più grande livello, le potremo solo vedere alla fine, per ora e nel nostro microcosmo di comuni mortali però non possiamo non notare come siano cambiati alcuni comportamenti, dal come vivere la casa e la famiglia, i rapporti con i vicini e tante altre abitudini che, improvvisamente, abbiamo dovuto cambiare. Nel precoronavirus eravamo abituati a correre incessantemente tra lavoro, traffico per andare e tornare dal posto di lavoro, incombenze casalinghe e di famiglia e alla fine della giornata il divano e la TV rappresentavano per i più quell’intervallo agognato nel quale la famiglia al completo recuperava in solitudine un po' di energie. Ora la famiglia non può uscire, deve stare a casa, chi può lavora o studia da casa (smart working non lo dirò neanche sotto tortura!) ma c’è più tempo per stare assieme e allora c’è chi si inventa fornaio, chi pizzaiolo, chi chef stellato per consolarsi dalla clausura forzata con qualche peccatuccio di gola. Si riscoprono le farine e le paste migliori, le salse, le preparazioni tradizionali che non avevamo mai il tempo neanche di prendere in considerazione. Riscopriamo che mangiare Italiano non è solo più vicino a ciò che siamo, più sano, ma porta benessere al sistema paese. Non avrei mai pensato che mio genero diventasse un pizzaiolo di altissimo livello degno delle più antiche e consumate tradizioni partenopee, o mio figlio che oltre alla pizza ora manteca, prepara fumetti di pesce e produce dei primi di pesce che, da quanto mi riporta la sua compagna, sono di altissimo livello. Sono certo che tutti voi avreste esempi del genere da citare. E degli ortolani ne vogliamo parlare? Quanti si sono riscoperti contadini e hanno piantato pomodori e insalate in vasi nei loro balconi?

Per chi ha figli piccoli, con gli asili chiusi, s’è riscoperto il gusto di inventare nuovi giochi e giocattoli con ciò che si ha a casa, far galoppare la fantasia e creare con i piccoli anziché comprare giocattoli iperpubblicizzati che vanno messi nel dimenticatoio dopo due giorni. Ma senza perderci in mille altri esempi che cosa hanno come comun denominatore tutte queste cose? Forse un vivere la vita in maniera più prossima alle proprie necessità e capacità e non ai bisogni indotti dalla società dei consumi?q Quel vicino con cui ci siamo semplicemente salutati mille volte, oggi che abbiamo avuto qualche minuto per conoscerlo e che, magari, t’ha portato a casa un pezzo del dolcetto che aveva preparato hai scoperto che è una brava persona e magari anche simpatico…Peraltro la natura si sta riappropriando di questo pianeta che noi unilateralmente abbiamo deciso essere solo nostro, ma non è cosi, finchè madre natura sarà messa in grado di regolare la terra senza troppe nostre interferenze vivremo bene noi e tutti gli altri esseri viventi.

Un altra considerazione va al nostro popolo, che qualcuno vede come una massa di individui restii a ogni forma di disciplina, anarcoidi e pazzarelloni, anche un pò sconsiderati…a me, in questa circostanza, sembra proprio che si sia dimostrato che il popolo italiano nella massa sa quando deve essere serio e seguire le regole.w (2)

Insomma, questa tragica pandemia ci sta insegnando che un altro modo di vivere è non solo possibile, ma altamente auspicabile.