Nelle più antiche tradizioni della vita contadina la fine di un periodo di lavoro intenso nei campi o nelle aie dava luogo a festeggiamenti che celebravano il termine delle fatiche e la momentanea prosperità. In quest’ottica si inquadrano le tantissime feste dedicate all’uva e i vini che in questo periodo si tengono nelle regioni italiane.
Qui ai castelli romani la festa più conosciuta e antica è certamente quella di Marino che ricorre ogni anno la prima domenica di Ottobre e celebra quest'anno la sua 92^ edizione. Fu istituita nel 1925 per iniziativa del poeta Leone Ciprelli ma affonda le sue origini in accadimenti storici ben più antichi e di natura assolutamente differente , infatti in coincidenza si tiene la festa della Madonna del Rosario. Questa era stata istituita per commemorare la vittoria del 1571 in cui la Santa Alleanza sconfiggevano le forze ottomane di Mehmet Ali Pascià. Della coalizione cristiana faceva parte il contingente pontificio agli ordini di Marcantonio Colonna signore di vari feudi laziali tra i quali Marino.
La produzione vitivinicola nel territorio dei castelli romani affonda le sue radici già in età romana alla quale sono riferibili scritti che lodavano il vino bianco prodotto nell'area dei Colli Albani col nome di Albanum, da Alba Longa, la leggendaria città-madre di Roma che sorgeva appunto sulle sponde dellago Albano. Anche nel medioevo la principale fonte di occupazione di Marino e degli altri comuni castellani era la viticoltura.
L'imperatore Carlo V d'Asburgo in visita a Roma nel 1536 nel corso di un banchetto ebbe occasione di gustare e manifestare il suo grande gradimento del vino di Marino.
Gli abitanti di Marino sono sempre stati estremamente legati alla viticoltura, tanto che in varie occasioni si rivolsero alla protezione della miracolosa effigie duecentesca della Madonna del Popolo perché proteggesse le campagne da grandinate o temporali inopportuni.
All'inizio del xx secolo ebbe origine l'idea di creare una festività per sponsorizzare il prodotto delle vigne di Marino e richiamare visitatori provenienti da Roma. Peraltro le vie di comunicazione erano state notevolmente facilitate grazie all'ultimazione nel 1889 della ferrovia Roma-Albano e il completamento progressivo delle Tramvie dei castelli Romani, che permettevano ai romani di poter fare facilmente la loro più tipica gita fuori porta. Per arrivare al 1925 quando finalmente il poeta romanesco di origine marinese Leone Ciprelli ideo' la sagra dell'uva.
E dunque ecco Il "miracolo delle fontane che danno vino" l'evento fondamentale della Sagra dell'Uva. dal punto di vista pratico il "miracolo" è abbastanza scontato: nelle condotte delle fontane cittadine viene fatto scorrere vino sospendendo l'erogazione di acqua.
Diciamo la verità,che le fontane diano vino invece che acqua non è però una cosa inventata a Marino nel 1925: a Roma già in altre due occasioni, nel 1644 per l'elezione di papa Innocenzo X e nel 1670 per l'elezione di papa Clemente X, le fontane alla base della scalinata del Campidoglio diedero vino alla folla meravigliata. Peraltro In Francia, a Wangen, ogni 3 luglio una fontana distribuisce vino. Anche se dobbiamo dire che il "miracolo" di Marino è il più famoso in Italia ed è, a quanto sembra, rimasto inimitato in Italia.
La fontana-simbolo del miracolo è quella dei Quattro Mori (propriamente denominata "degli Schiavi"), fu edificata nel 1636 per volere del principe Filippo I Colonna che con esse voleva commemorare la vittoria sui Turchi ottenuta dal suo avo Marcantonio Colonna: infatti nella fontana sono rappresentati otto turchi o mori, uomini e donne, denudati e incatenati ad una colonna di marmo, simbolo araldico della famiglia Colonna.
La domenica la folla si accalca ai lati di Corso Vittoria Colonna e di corso trieste per poter assistere al tradizionale corteo storico in costume cinquecentesco a rievocare l'ingresso trionfale di Marcantonio Colonna che rientrava vincitore della battaglia di Lepanto. Il corteo vede il suo esordio nell'edizione 1929 per iniziativa dello stesso Leone Ciprelli riprendendo un rinnovato vigore a partire dal 1970 grazie ad alcune associazioni di volontariato che si occupano di confezionare i preziosi costumi e di custodirli.
Da abitante di Velletri non posso non citare anche la festa dell'uva di questa cittadina che quest'anno vede la sua 86ma edizione. Non è blasonata e conosciuta come quella di Marino ma è certamente un grande evento nel panorama dei castelli romani sia per partecipazione ma ancor di più per l'entusiasmo con cui i Veliterni (non Velletrani!!!) contribuiscono a donarle brio e un fascino genuino che sa di altri tempi. E poi che sia a Velletri o a Marino, a Merano o Genzano di Lucania che importa? Basta che esistano ancora questi momenti di gioia collettiva in nome di un qualcosa che è tradizionalmente e storicamente parte del nostro DNA di italiani e che si faccia festa!!