verona notteI grandi vini della valpolicella prima parte

Pensando alla splendida Verona e a quella meravigliosa zona in cui è situata, il pensiero vola a Giulietta e Romeo, il loro balconcino ma anche quella cucina opulenta per cui i banchetti degli Scaligeri erano noti in tutta Europa. Romeo e GiuliettaMa naturalmente un buon cibo deve essere accompagnato da un degno vino ed ecco apparire nelle nobili tavole il più nobile  : l’Amarone

qualcuno penserà….e invece no, o forse no, perché questo vino è ufficialmente una scoperta recente. Infatti nel 1936 il capocantina  Adelino Lucchese, nel sistemare le botti di Recioto della Cantine Sociale Valpolicella, ne rinvenne una dimenticata e gli venne la curiosità di assaggiare il contenuto…”questo non è un amaro , è un amarone!”. Con questa sua frase nacque ufficialmente o forse rinacque questo meraviglioso rosso, perché in realtà dell’Amarone si parla in vari documenti storici che vanno dalle citazioni di Catullo (49 a.c.) alle descrizioni dei vini delle mense del re ostrogoto Teodorico, ma anche in testimonianze successive e più recenti. Stiamo parlando di un vino ”Rosso Austero Costa Calda” di San Vito di Negrar invecchiato 11 anni che presentato a Parigi nel 1845 venne definito : "Supremo vino d’Italia… preferibile a diversi Bordeaux ed Hermitage".cantina

Successivamente altre testimonianze sull’Amarone le troviamo su bollettini di fine 1800 della stazione agraria sperimentale di Verona per poi trovarne altre tracce  nelle consuetudini del primo novecento in cui questo vino destinato a grandi occasioni era oggetto di  regalo a notabili o amici o, ancora, consumarlo in occasione di eventi particolari. Solo nel 1953 l’Amarone viene posto in commercio ottenendo un ottimo consenso nella nicchia degli appassionati in una zona in cui la facevano da padroni vini rossi giovani quali il Valpolicella.negrarFinalmente nel 1968 si arriva al riconoscimento della D.O.C. che solo nel 2010 vede una distinzione più netta tra i quattro vini Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Recioto della Valpolicella e Amarone della Valpolicella.

Come nasce questa opera d’arte? La materia prima è l’uva proveniente esclusivamente nelle zone della Valpolicella come riportato nel disciplinare e solo appartenenti ai vitigni :

-Corvina dal 45 al 95 % o Corvinone in alternativa alla prima ma non oltre il 50%uva

-Rondinella dal 5 al 30 %

-Altri vitigni a bacca rossa della provincia di Verona se tra quelli espressamente previsti dal disciplinare sino al 15 % massimo.

La tecnica di produzione tradizionale prevede la raccolta di uve selezionate e assolutamente sane che vengono disposte in un unico strato su graticci in modo che il flusso dell’aria le porti dolcemente e progressivamente all’appassimento. Questo periodo della durata di tre/quattro mesi, vede una cura continua dei grappoli che devono perdere l’acqua aumentando il contenuto di zuccheri senza che si formino muffe che andrebbero a rovinare irrimediabilmente il prodotto.

Queste uve cosi amorevolmente trattate vengono pigiate per ottenerne quel meraviglioso liquido che vinificato in rosso, ovvero rimanendo a contatto con le bucce, ne assorbe colore e odori, il tutto naturalmente a temperatura controllata.graticci Successivamente c’è la sosta in botti di rovere dove si arricchisce ulteriormente il suo bouquet, a seconda del produttore e di quanto “legno” si vuole dare al vino, possono essere le classiche barriques da 225 l. ma tradizionalmente si usano grandi botti da 80-100 hl. dove permane da tre a cinque anni. Solo  successivamente viene posto in vetro per un ulteriore affinamento prima della commercializzazione.

Il prodotto finale, l'Amarone della Valpolicella DOCG’A, è un vino di enorme personalità che può superare persino i vent’anni di invecchiamento. Ha un colore rosso rubino carico che vira verso il rosso mattone con il tempo. Il suo profumo è una gradevolissima parure di odori di frutta matura o confettura a bacca prevalentemente rossa quali l’amarena, i frutti di bosco, le ciliegie ma anche di tabacco, spezie come la vaniglia,pepe nero e un sentore di cioccolato fondente. Ovviamente come si confà a un prodotto d’alto livello gli odori sono intensi e persistenti.  Un vino di questa fatta non può che presentare un corpo potente, strutturato ma sempre con un equilibrio perfetto, siamo in presenza di un alto contenuto alcolico , dunque morbido ed elegante.

Una sola parola per descriverlo : unico.

Quali gli accoppiamenti più azzeccati ? E’ una risposta non banale anche per i più consumati ed esperti anche perché siamo in presenza di un vino importante, corposo, può essere da meditazione, ovvero di quelle eccellenze che andrebbero degustate senza doverle accompagnare da cibi, sprofondati in una poltrona davanti a un caminetto con un bel focherello scoppiettante, differentemente deve essere abbinato a un piatto il cui sapore deve avere la stessa dignità , e mi vengono in mente sontuosi brasati, preparazioni con tartufo o un tournedos alla Rossini….