Novembre
Gèmmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l’estate,
fredda, dei morti.
Giovanni Pascoli
Novembre è caratterizzato da un clima freddo e piovoso che anticipa le rigidità dell’inverno tant'è che il detto popolare recitava:"Per Ognissanti, mantello e guanti.". Fin dai lontani tempi degli antichi egizi è consacrato al culto dei morti, usanza ripresa dalla religione cattolica in due ricorrenze: Ognissanti che il primo del mese ricorda tutti i santi, martiri e beati del Paradiso, in particolare quelli che non trovano collocazione nel calendario; la commemorazione dei defuntiche cade il 2 novembre. Una tradizione simile è ripresa nella festività anglosassone di Halloween che si richiama a un’antichissima festa celtica ma che, come una gran parte di usanze che importiamo dal mondo anglosassone, da noi è arrivata forse più per motivi commerciali che altro.
L'11 Novembre si ricorda San Martino e, come si suol dire, per San Martino ogni mosto diventa vino il che non è proprio vero, però da una connotazione festosa a questa data. Molte sono le tradizioni e i racconti legati a questa ricorrenza; in diverse zone d'Italia si festeggia e in questa data prende ufficialmente il via il periodo pre-natalizio. Nelle tradizioni popolari da questo giorno si incominciava la preparazione dei doni per il Santo Natale e quindi le donne iniziavano a sferruzzare per preparare copricapi e calzerotti di lana per i più piccoli che li avrebbero trovati vicini al presepe insieme a un dolcetto……
Novembre è il mese che, più o meno dolcemente, ci accompagna nella stagione invernale con giornate spesso piovose e grigie, ma ci regala tanta preziosa verdura adatte alla prepararazione delle migliori zuppe che possiamo mangiare in questo periodo. Vediamo quale prodotto della terra possiamo trovare:
– Broccoli
– Cardi
-Carciofi
– Carote
– Catalogna
– Cavolfiore
– Cavoli e cavolini di Bruxelles
– Cime di rapa
-Finocchi
– Funghi
– Indivia
– Radicchio
– Sedano
– Spinaci
-Zucca
Il cardo
Il cardo è una pianta rustica molto diffusa sul nostro territorio, tanto comune che sicuramente l’avete vista durante qualche passeggiata in campagna.
Ne esistono moltissime varietà e viene considerata da molti una verdura in qualche maniera minore. In effetti è difficoltosa da coltivare perché a un certo stato di accrescimento si inclina la pianta per aumentare la parte commestibile che deve essere chiara, croccante ma non legnosa.
Ha la grossa dote di avere pochissime calorie e dare sazietà con poco volume…
L’altra grossa dote è il sapore: una via di mezzo tra carciofo e sedano che risulta molto intrigante.
Per curiosità, il cardo è il simbolo della Scozia. Infatti dice la leggenda che salvò la vita a un gruppo di scozzesi che stavano per essere attaccati nel sonno da guerrieri vichinghi, ma uno di questi, malauguratamente per lui, avrebbe pestato un cardo ferendosi il piede e cominciando a urlare e imprecare in lingua vichinga, sveglio' i guerrieri scozzesi che poterono difendersi e salvarsi da morte certa.
Il Cardo Mariano è storicamente legato alla Madonna, che nascondendosi con San Giuseppe ai soldati di Erode tra le piante di cardo, le macchiò con il suo latte…
Sin dall’antichità si usano i frutti e le sommità dei carciofi selvatici, come vengono chiamati in linguaggio popolare i cardi, come caglio vegetale per coagulare il latte e produrre formaggi con caratteristiche peculiari.
Dal cardo si producono anche estratti di grandi proprietà depurative e antiossidanti rigeneranti del fegato.
Esistono molti tipi di cardo, ne ricordo qualcuno:
il Cardo Mariano
il Cardo Gigante di Verona
il Cardo Riccio d’Asti
il Cardo di Chieri
Il Cardo Bolognese
Il finocchio è una pianta erbacea già nota presso gli egizi, i greci e gli arabi. Appartiene alla famiglia delle Ombrellifere ed è diffusa in tutta l’area del Mediterraneo. L’aroma caratteristico del finocchio è dovuto alla consistente presenza di anetolo, un’essenza largamente adoperata per la preparazione di liquori quali la sambuca, il pastis e l’anisette in Francia o l’anis in Spagna anche se viene estratta prevalentemente dall'anice e non dal finocchio.
È opportuno distinguere tra finocchio coltivato e selvatico . Le due varietà fanno parte della stessa famiglia, ma mentre quello selvatico cresce in maniera spontanea e viene usato prevalentemente come pianta aromatica, quello coltivato, o comune, dispone di una parte che si può mangiare, detta “grumolo”, costituita dalla parte basale delle foglie e caratterizzata da un sapore più dolce e meno pungente rispetto a quello del finocchio selvatico.
I finocchi, oltre ad essere ricchi di vitamine e sali minerali sono ricchi di princìpi attivi che li rendono particolarmente utili per:inappetenza, gotta, astenia, reumatismi, gas intestinali.ed è utile anche per la vista .
Dal punto di vista delle preparazioni oltre alla classica insalata, i finocchi possono essere utilizzati in mille altre maniere , per esempio gratinati al forno, in vellutata,o in crema, o in padella, insomma a voi la scelta.
La frutta di novembre:
-cachi
-castagne
-clementine
-mele
-melograno
-noci
-pere
I cachi che si stagliano nel freddo paesaggio invernale, con il loro arancio acceso che si distingue sugli alberi ormai spogli, sono dolcissimi e nutrienti, ma non solo. Possono essere un valido sostegno per chi soffre di debolezza, per le persone debilitate, ma anche per chi ha problemi di stitichezza o di colite essendo il cachi un ottimo regolatore dell'intestino.
Il cachi, Diosporos kaki, è un frutto che vanta una tradizione millenaria. Grazie al suo delicato e delizioso sapore, era gradito a tal punto dagli antichi da essere definito il “cibo degli dei".
Le castagne
Ai giorni nostri le castagne sono per i più un cartoccio di caldarroste mangiate occasionalmente e quasi come curiosità di stagione ma nel passato era un alimento essenziale del popolo rurale, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "pane dei poveri".
Frutto tipicamente autunnale, la castagna prende il suo nome da quello di un’antica città della Tessaglia, regione settentrionale della Grecia, che sorgeva al centro di estesi boschi dicastagneti. Fu importata in Italia dai Romani che l'apprezzavano e la celebravano nelle loro poesie.
Grazie al loro elevato valore nutritivo, nella medicina popolare sono indicate in caso di carenza di vitamine, anemia e debilitazione. L'infuso ed il decotto, ricchi di tannini, sono utili in caso di bronchiti e diarrea. Grazie alla loro azione antisettica i gargarismi con l'infuso di foglie sono un ottimo rimedio contro infiammazioni di gola e bocca.
Come consumare le castagne? Questo alimento si consumava e si consuma tuttora soprattutto arrostito, come caldarrosta, candito e lesso (ballotta). Dalle castagne si ricava anche l'omonima farina, ingrediente base di molti dolci come il castagnaccio, polente. E dei deliziosi Marron glacè ne vogliamo parlare?